Acquisita a livello concettuale la necessità e, per fortuna, la possibilità di costruire i cosiddetti NZEB (Near Zero Energy Building, o edifici a consumo energetico quasi nullo), appare molto promettente l’idea delle finestre fotovoltaiche. Forse questa definizione è un po’ limitante, ma può aiutare ad intuire più facilmente il principio di funzionamento di una nuova tecnologia edile che si diffonderà da qui ai prossimi anni… Vediamo dunque di cosa si tratta.
Chi più chi meno, tutti noi conosciamo la tecnologia dei classici pannelli fotovoltaici, installati sui tetti dei palazzi o, al più, a terra. Caratteristiche universali di tali pannelli sono l’installazione su superfici orizzontali e la pressoché perfetta opacità.
Le finestre fotovoltaiche rivoluzionano entrambe le proprietà, in quanto sono disposte sulle facciate verticali dei fabbricati e, soprattutto, sono trasparenti, quindi, con la stessa luce solare incidente consentono sia la produzione di energia elettrica sia l’illuminazione naturale degli ambienti interni.
La prima evidenza di detti pannelli fotovoltaici trasparenti è la gradevolezza del design, perfettamente integrato con l’estetica dell’edificio e a prova di qualsiasi eventuale vincolo paesaggistico.. Inoltre, avendo dalla propria parte la generosità delle dimensioni, una efficienza media di conversione anche non superiore al 5 per cento consente di soddisfare l’intero fabbisogno energetico dell’immobile.
Il progetto delle finestre fotovoltaiche si inserisce nell’ambito dei nuovi pannelli BIPV (Building Integrated Photovoltaics ossia pannelli solari integrati nella struttura dell’edificio) ed è incentrato sulla moderna tecnologia LSC (Luminescent Solar Concentrator).
In sintesi, nelle finestre fotovoltaiche si inseriscono sottili lastre di plexiglas in cui sono presenti dei nanocristalli che convertono la luce solare in raggi infrarossi. Questi, per una sorta di effetto serra, rimangono intrappolati all’interno delle finestre e subiscono riflessioni multiple finché non giungono ai bordi delle stesse, ove si trovano fini strisce fotovoltaiche nelle quali avviene una ulteriore conversione in elettricità, finalmente utilizzabile per alimentare le utenze dell’immobile.
Siamo lieti di dirvi che sia l’idea originaria, denominata Glass to Power (G2P), sia il successivo sviluppo, sono rigorosamente made in Italy.
Il progetto, è il caso di dirlo, ha visto la luce nel 2016 presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Successivamente, nel 2017, ha fruito sulla piattaforma CrowdFundMe di una campagna di raccolta fondi privata grazie a cui è riuscito a produrre i nanocristalli e a finanziare la ricerca.
Nel 2018 G2P è passato ad una fase più operativa, in cui sono stati coinvolti importanti partner industriali per la realizzazione vera e propria delle finestre ed è stata avviata la collaborazione con appositi organismi internazionali di certificazione.
I generici pannelli BIPV trovano applicazione sia nella sostituzione degli infissi sia come generatori di energia, per cui vivranno molto probabilmente una forte crescita d’impiego nei prossimi anni.
Le stime prevedono fatturati stellari negli Stati Uniti: una crescita di circa sei miliardi di dollari dal 2015 al 2019 e di ulteriori venti miliardi entro il 2022.
In Europa il solo comparto delle facciate e finestre varrà oltre tre miliardi di dollari entro il 2022, con un tasso di crescita che rimarrà notevole anno dopo anno.
In questo stimolante contesto il progetto G2P sarà rifinanziato, sempre con lo strumento della raccolta privata, per acquisire e sviluppare nuovi brevetti e così abbattere i costi di produzione di importanti quantitativi di plexiglas, dell’ordine di 100 metri quadrati al giorno.
A breve, presumibilmente entro il 2020, Glass to Power potrà addirittura essere quotato in Borsa e a quel punto saprà confermare in concreto le enormi potenzialità sia in termini di progettazione di nuovi edifici ad elevate prestazioni energetiche sia come potente strumento di riqualificazione energetica integrata, attestabile tramite certificazione APE (si veda qui cos’è la Certificazione Energetica APE), in occasione di interventi di miglioramento energetico su immobili esistenti.
Come sempre, vi esortiamo a chiederci approfondimenti e pareri, contattandoci qualora interessati.
In questa sezione potete consultare l’intero archivio delle nostre notizie.
Seguiteci sui nostri account social per tutti i più interessanti aggiornamenti sulla Casa, l’Ingegneria e l’Architettura – Pagina Facebook, Linkedin o Google+