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Nuovi pannelli fotovoltaici a doppia superficie

Nuovi pannelli fotovoltaici a doppia superficie

 

Parafrasando il famoso slogan di una pubblicità ormai cult, possiamo dire “due è meglio di uno”. In questo caso parliamo di un innovativo pannello fotovoltaico che è composto da celle solari diffuse sia sul verso esposto ai raggi solari diretti, sia sul verso opposto, adibito alla cattura della cosiddetta luce debole, ossia quella riflessa proveniente da tutte le direzioni.

Facile intuire un incremento del rendimento globale di conversione energetica, vediamo meglio nel dettaglio come ciò avviene...

 

L’idea della doppia superficie di captazione della luce

Una buona idea, tutto sommato semplice ma ingegnosa quella che hanno avuto i progettisti del pannello fotovoltaico “bifronte”. Si tratta di un dispositivo che da un lato monta delle classiche celle fotovoltaiche di costruzione tradizionale mentre dall’altro utilizza un materiale innovativo, non esattamente siliceo, capace di assorbire radiazioni luminose anche di bassa intensità come quelle riflesse da tutte le superfici circostanti e provenienti praticamente da qualsiasi direzione e inclinazione.

 

Il concetto alla base del funzionamento di questo nuovo pannello è di non sprecare” nessuna emissione luminosa in quanto, per piccola che possa essere, questa può dare comunque un contributo positivo. In soccorso di tale intuizione viene, come spesso accade, la tecnologia, che permette di utilizzare, invece del solito silicio, il boro, un semimetallo piuttosto versatile, capace di condurre l’elettricità a determinate temperature e di trasmettere la luce nella frequenza dell’infrarosso. Queste proprietà, appunto, permettono di captare e successivamente convertire in elettricità anche piccolissime emissioni luminose provenienti dalla riflessione dei raggi solari, fino ad accumulare un quantitativo di energia praticamente confrontabile con quello della conversione fotovoltaica diretta.

 

I sistemi più evoluti - e ancora piuttosto costosi - applicano questa idea ad entrambe le superfici del pannello, arrivando, in certi casi, quasi a raddoppiare il rendimento nominale di un pannello tradizionale… Un aspetto, quest’ultimo, molto interessante e che merita di essere osservato nei suoi futuri sviluppi.

 

Gli accorgimenti costruttivi che aumentano il rendimento energetico

A livello costruttivo e di installazione, i pannelli a doppia superficie fotoattiva non presentano particolari complessità, in quanto si montano piuttosto agevolmente e, anzi, non devono essere ancorati per esteso sui tetti o sulle superfici dell’edificio. E’ infatti opportuno lasciare spazio per l’illuminamento e l’arieggiamento di entrambe la facce, quindi in genere i pannelli si dispongono su strutture reticolari leggere fisse o, nelle versioni più evolute, ad inclinazione variabile, a loro volta solidali con il fabbricato. L’unica condizione da rispettare è quella di creare delle geometrie che riescano ad aumentare il più possibile l’esposizione alla luce, poiché ogni quota parte di essa è utile per aumentare le prestazioni energetiche.

 

I vantaggi del pannello a doppia superficie di conversione

A fronte di tale semplicità di installazione, si ottiene un sistema di conversione dal rendimento energetico significativamente più elevato di un impianto fotovoltaico convenzionale di pari estensione. Studi ormai comprovati attestano degli incrementi medi di produzione elettrica dal dieci al trenta per cento in più, con picchi anche del cinquanta per cento quando si riesce ad installare superfici verticali libere con possibilità di captazione luminosa a trecentosessanta gradi.

Un grande pregio di questi dispositivi è l’ubiquità e continuità d’impiego, risultando operativi e produttivi praticamente in tutte le situazioni meteo a ogni latitudine.

 

Inoltre, lo svincolo di quella che una volta era solo ed obbligatoriamente una superficie di appoggio, adesso consente di creare pareti, setti, barriere antirumore, pensiline e strutture verticali o variamente inclinate dalle caratteristiche fotovoltaiche o comunque in generale elementi architettonici capaci anche di produrre energia.

Il bilancio complessivo, quindi, è a favore dei pannelli solari bifacciali, che risultano più convenienti rispetto a quelli monosuperficie, sia in termini di aumento della produttività sia per la più economica produzione, richiedente materiali meno inquinanti e meno costosi del silicio.


In attesa di futuri sviluppi nel settore, come ad esempio quanto annunciato nel precedente articolo sul vetro solare, i pannelli a doppia superficie sono una realtà già adesso agevolmente applicabile in occasione di interventi di riqualificazione energetica, e di sicuro permettono di ottenere importanti miglioramenti delle prestazioni dell’edificio documentabili. Tale documentabilità del miglioramento avverrebbe sia con una Certificazione Energetica APE a Roma, sia anche con una Certificazione Energetica a Milano: ciò perché, nonostante le due città di riferimento siano situate a latitudini differenti, l’aumentata efficienza dell’impianto amplierebbe la convenienza dell’intervento anche nelle città della nostra penisola situate più a Nord, come Milano o Torino, che oggettivamente, per collocazione geografica, hanno una incidenza di radiazione solare inferiore rispetto alle città collocate più a Sud, come appunto Roma o Palermo.

 

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