Detrazione fiscale al 50%: occhio che potete perderla! Ecco quali sono gli errori più comuni per colpa dei quali si può dover dire addio alla detrazione fiscale del 50% o 65% sulla gran parte degli interventi di ristrutturazione e/o riqualificazione energetica!
La cosa che desta più paura è che la gran parte delle volte le non conformità sono lievi o meramente formali, e spesso ad accorgersene è la sola Agenzia delle Entrate, quando ormai è tardi.
Ecco i principali sbagli commessi in occasione della richiesta di detrazione fiscale al 50%.
Ecco subito l’esempio per antonomasia di un omissione banale: dimenticare di esibire le fatture per i lavori di riqualificazione energetica e ristrutturazione edilizia.
Attenti! Se vi succede di non ricordarvi di presentarla entro i limiti stabiliti perdete in toto il vostro diritto all’agevolazione fiscale del 50%.
Cosa fare per prevenire questa sciagura? Tanto banale l’omissione quanto semplice è il consiglio: esigete prima possibile la fattura alle ditte che effettuano i lavori di ristrutturazione, date loro una scadenza piuttosto anticipata rispetto al giorno ulrimo e pretendete di ricevere nelle vostre mani il prezioso documento fiscale (niente mail e niente raccomandate... meglio il brevi manu!).
Voi, come committenti, avete il diritto di porre scadenze congrue per scampare ai sempre possibili contrattempi, ritardi e imprevisti dovuti alla ditta appaltatrice.
Tra l’altro, avere un certo lasso di tempo a disposizione prima della presentazione della fattura permette di controllare la correttezza, la completezza e la coerenza di quanto sopra dichiarato.
Altro fondamentale caso di controversie è il bonifico parlante, ossia l’unica modalità di pagamento ammessa dalla Agenzia delle Entrate per ottenere la detrazione fiscale del 50% sulle ristrutturazioni immobiliari.
Questo particolare bonifico prevede la compilazione di uno specifico modulo sul quale ci sono informazioni che non sono riportate sui bonifici bancari ordinari ovvero:
Vi è anche una distinzione sostanziale: con questo tipo di bonifico, gli istituti finanziari possono operare la ritenuta d’acconto pari al 4% dell’imposta dovuta dall’impresa appaltatrice dei lavori di ristrutturazione.
Si tratta di un’operazione da cui non si può prescindere se si vuole usufruire del bonus fiscale del 50%, quindi vi raccomandiamo di non pagare tramite bonifici ordinari!
Cosa fare dopo il patatrac?
Se ci si accorge in tempo (ecco perché è meglio avere prima possibile la fattura della ditta!), in caso di versamento già effettuato con bonifico ordinario, è possibile annullare il pagamento, aspettare la restituzione della somma e poi ripetere il pagamento, stavolta col bonifico parlante.
È un errore veniale rispetto ai precedenti e può anche essere ammesso dall’Agenzia delle Entrate, a patto chie si ravvisi la buona fede…
La casistica più frequente consiste nello scambiare la spunta della causale relativa alla detrazione sulle ristrutturazioni edilizie con quella sul risparmio energetico…
Si può fare, però è necessario operare, come prima illustrato, la ritenuta del 4%., generalmente invariante da un caso all’altro. Per sicurezza l’Agenzia delle Entrate ha diramato una circolare che fa salva la conservazione del diritto all’agevolazione del 50% in caso di errore formale o evidente distrazione.
Forse è ridondante dirlo, ma in caso di svolgimento di interventi o lavori di ristrutturazione... abusivi, non si può ottenere la detrazione del 50%!.
Ancora, è necessario che ciascuna opere riportata nel modulo di richiesta di detrazione fiscale al 50% sia conforme alle norme urbanistiche ed edilizie del Comune di competenza.
Quindi, dovete appoggiarvi ad un buon consulente del posto che preferibilmente si coordini con specialisti locali, poiché non è raro che il particolare Comune richieda di presentare pratiche e documenti ancor prima che si apra il cantiere, pena la rinuncia forzata al diritto alla detrazione del 50%
In un secondo momento, invece, l’unico rimedio è il cosiddetto ravvedimento tardivo ossia la presentazione di una richiesta di sanatoria. Se questa è formalmente e sostanzialmnente corretta il committente dei lavori sarà nuovamente in regola rispetto alla normativa urbanistico-edilizia e potrà richiedere il bonus fiscale.
Attenzione: le normative sulla sicurezza nei cantieri e le regole sul contributi (previdenziali e di altro genere) prevedono delle prescrizioni obbligatorie per tutti i soggetti che intervengono nello svolgimento degli interventi di ristrutturazione.
Infrangere anche una sola di tali prescrizioni comporta il totale decadimento del diritto all’agevolazione al 50%!
Come agire? Il committente dei lavori, specialmente quello privato, di fatto non e tenuto a conoscere le leggi di settore né a controllare il rispetto delle stesse da parte di terzi, pur se coinvolti nei lavori; è sufficiente che egli si faccia rilasciare una dichiarazione di osservanza della normativa sulla sicurezza e degli obblighi contributivi, ufficialmente riconosciuta dall’Agenzia delle Entrate.
Ci sono altri errori ed omissioni che possono far perdere la detrazione al 50%, ma già richiamare la vostra attenzione su quanto fin qui detto vi mette in guardia da una alta percentuale di casi.
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